Sono a Parigi. Gare de Nord. C’è qualcosa che non va: il mio Eurostar non è sul tabellone. Tra me e me penso che hanno indicato solo l’ultimo. Ma onestamente non mi auto-convinco troppo. Guardo sulla piattaforma Eurostar (il settore della stazione dedicato a questo treno). Anche lì il tabellone luminoso non mi convince. Decido di dirigermi verso il check-in. Poco prima dell’ingresso trovo il tavolo informazioni. Mi avvicino e mostrando il mio biglietto, ricevo una domanda in francese. Non faccio una piega e rispondo: Could you speak english? – e lei mi rispondo: no, french! – incomincio a pensare che ha qualcosa che non va! 😀 Rispondo gentilmente che avrebbe dovuto parlare inglese, perché non parlo francese. Si convince e risponde alle mie domande in un perfetto inglese. E trovare un francese con una buona pronuncia non è una cosa semplice.
Oggi è l’11 Novembre. E’ un giorno speciale per il Regno Unito, che celebra la fine della prima guerra mondiale (11 Novembre 1918) e la commemorazione di tutti i caduti in guerra per la padria. L’ho scoperto solo ieri sera, quando cercavo di dare un senso al fiore che vedevo all’occhiello di quasi tutte le persone che incontro in giro da almeno 10 giorni a questa parte. Avevo capito che era qualcosa di importante, ma non mi spiegavo esattamente cosa. E soprattutto, non mi spiegavo come mai lo portassero ragazzi della mia età (o anche più giovani). Evidentemente doveva essere un simbolo giovanile. Qualcosa tipo un simbolo anti-AIDS, o anti-violenza sulle donne.
Niente di più sbagliato. Ragazzi di 20 anni portavano questo fiore come simbolo dei morti della prima guerra mondiale. Loro che di guerra non hanno visto nemmeno la seconda.
Mi chiedo quali sono i simboli che portano adesso i ragazzi italiani. Mi chiedo come mai i ragazzi italiani non aspettano altro che qualcuno con cui parlare inglese (invece di imporre la loro lingua allo straniero). Mi chiedo come mai la festa della repubblica è la prima che deve essere soppressa (sapete che giorno è?). Mi chiedo come mai ogni 25 Aprile ci deve essere la manifestazione ufficiale e quella parallela dell’opposizione. Mi chiedo come mai c’è qualcuno che brucia le bandiere italiane. Mi chiedo come mai qualcuno vuole essere padano e non italiano. E mi chiedo come mai camminando per strada ci sono così poche bandiere verdi-bianco-rosse. E quando mi chiedo tutte queste cose, capisco perché siamo solo lo zerbino del mondo “industrializzato”. E capisco anche perché abbiamo i politici che ci meritiamo.
La lista di domande puo’ essere facilmente estesa. Perche’ a Question Time alzano la mano e parlano uno alla volta rispettando i tempi, mentre a Porta a Porta parlano tutti insieme alzando la voce? Perche’ McCain ha riconosciuto la sua sconfitta con dignita’ complimentandosi con il suo rivale per i suoi meriti e riconoscendolo come suo presidente, mentre nel nostro paese chi non e’ d’accordo con il regime e’ definito un “c……” (mi rifiuto di abbassarmi al livello di chi usa questi termini con leggerezza in contesti pubblici)?
Ma quali sono le risposte alle mille altre domande che potremmo porci?
Neanche possiamo rifugiarci, per giustificarci, dietro il paravento di una storia culturalmente povera. Eppure la grandezza e la dignita’ del nostro passato sembra cosi’ lontana dal nostro presente e ancor piu’ dal nostro futuro.
At least Italy was on the right side for that one 🙂
War has not right side. War has only losers.
War clearly has a right side, and that is defined by the winners